Bienvenido en Lanzarote

Lanzarote, l’isola che Cesar Manrique ha arricchito con la propria arte è un’esplosione di colori, dal blu dell’oceano ai colori nero, verde e rosso della terra vulcanica, poco costruita, fatta di piccola case bianche piene di richiami al territorio, proprio come Manrique voleva, assediate a perdita d’occhio da caldere vulcaniche in letargo.

Autoritratto di Cesar Manrique

Qui puoi fare tutto, la vita da spiaggia, la vita da barca in oceano, il trekking e la mountain-bike nelle decine di sentieri piu’ o meno facili, le visite tra le architetture dell’eclettico Cesar Manrique che ha trasformato case, grotte, teatri in opere d’arte ed ha reso tutta l’isola un’opera d’arte. Ma ovviamente si beve anche una cerveza che va giu’ a meraviglia e si mangia canario.



E l’accoglienza Lanzarotina? Il Marina di Lanzarote è un pozzo senza fondo di incontri. Persone con delle vite speciali che fino a poco tempo fa sembravano anche a noi irrealizzabili e che ora reinterpretiamo come vite ricchissime perchè normalmente libere. Dal professionista con la famiglia in barca a vela per l’anno sabbatico, allo scappato di casa che fugge da chissà cosa; dagli atleti che transitano per qualche regata in partenza, agli autoctoni che in barca ci vogliono vivere per scelta. Piccoli spazi, bagni del marina, solidarieta’ senza limiti. Qui solo chiacchere e saluti tra pontili. E cosi’ ci troviamo a cena in una della tante barche-casa che sono molto piu’ casa che barche per navigare. Non servono materialismi per rendere speciale la serata. Basta proprio poco. Abbiamo riso da mal di pancia, con la coppia di giovani Canadesi , Sarah e Neuman, con Mercedes e Bruno che trascorrono a Lanzarote l’inverno Italiano, Domenco che dall’italia si è poprio trasferito, gli spettacolari Leo e Vilma dall’ Argentina, il canario Josè e quanti altri. Ad ogni serata qualcun’altro si inserice. Ci si conosce un pò si e un pò no, si parlano almeno tre lingue, ognuno con la propria contaminazione d’origine, ci si capisce ma non è detto, una certezza (e una cerveza) dietro l’altra e la serata è fatta. Se ti serve un passaggio? Basta chiedere. Se qualcuno ha bisogno di una mano per un lavoro? Eccoci.

Pizza per tutti nella barca di Leo e Vilma al pontile D, il mitico Pantanal D, ritrovo sociale del Marina di Lanzarote

Poi breve tappa a Mala, piccolo e bellissimo villaggio a ridosso degli altrettanti favolisi Arietta e Punta Mujeres, tutti addossati alla costa dell’oceano, dove abbiamo alloggiato a casa di Amparo, by Airbnb, in una stanza con cucina esterna e vista mare davvero niente male, in compagnia della gatta che non ci ha lasciato un minuto, neppure la notte, in un concerto di fusa. Caratteristica coreografica di Mala? Senza dubbio Il Charco del Palo, all’inizio della carretera che porta al mare si staglia un cartello di accoglienza, con foto senza interpretazioni, per segnalarvi che qui il nudismo è ufficiale, di ogni età, in spiaggia, ma non crediate, pure per strada ed al supermercato

Dove sta scritto che non puoi condividere il bagno? Poi ognuno ne fa’ l’uso che desidera!

Diario di bordo del primo Barcastop

Il barcastop è letteralmente l’autostop del mare: trovi un passaggio in barca come crew offrendo in cambio la tua esperienza e la tua collaborazione, per il vivere ed il lavorare a bordo, durante la navigazione.

Il 28 ottobre cominciamo il nostro primo viaggio in barcastop. Andiamo da Lanzarote a Gran Canaria via Fuerteventura. Ci ospiteranno Leonardo ed Eva che attraversano, per la prima volta, con la loro barca. Un bel Gran Soleil robusto e marino di 46 piedi. Renè e Leo si conoscono da qualche anno, rivedersi è stato bello e poi la possibilità di navigare e stare qualche giorno assieme ci stimola e ci incurisice, perchè anche loro hanno una vita da raccontare, lui Architetto e lei Psicologa, in uno stile di vita precedente. Tangos, così si chiama la loro barca, è per loro anche casa, perché non solo ci navigano per il solo piacere di farlo, ma ci lavorano anche, lasciandola sola per pochissimi periodi l’anno. La mattina di lunedì 28 ottobre, siamo partiti da Puerto Calero a Lanzarote per Puerto del Rosario a Fuerteventura, un trasferimento per la prima di due tappe di una trentina di migliaia che, come da previsioni meteo, si è svolto senza un filo di vento, tutto a motore.

È il 29,  dopo una bella serata in compagnia di altri giovani velisti di passaggio diretti al Caribe e una bella dormita, ripartiamo da Puerto del Rosario per Gran Canaria e precisamente per il marina di Pasito Blanco, dove Tangos sarà messa in secca fino a metà dicembre per un po’ di lavoretti prima di attraversare l’atlantico, destinazione San Blas. Il vento continua a nascondersi e il tempo è scandito dai giri del motore. In barca si chiacchera, si legge o si prende il sole. Navigare alle Canarie con un mare piatto come in un lago alpino fa quasi impressione. Un po’ di arietta è arrivata non si sa da dove, ma ci permette di pranzare sotto jennaker senza il fastidio del motore. È un illusione perché non si veleggia che un oretta, poi siamo costretti a smotorare per tutto il resto della tratta che in totale è stata di circa una settantina di miglia. Atterriamo alle 4.00 del mattino nella Baia davanti all’entrata del Marina sotto al campo da golf e ci concediamo un meritato riposo dopo 16 -17 ore di navigazione.

Sistemata la barca prendiamo un bus direzione Las Palmas.

Ma prima di salutare Leo ed Eva non poteva mancare una tappa al mitico Sailor’s Bar (sailorbar.com) da Peppino, il proprietario, un vero personaggio. Si chiacchera di tutto e si cerca di capire in anticipo, da chi già lo ha fatto, come per tranquillizzare le umane paure, come si fa. Come si fa a vivere in due in una barca, com’è possibile trovare i propri spazi e i propri silenzi. E gli amici di sempre che sono lontani? E la famiglia? Ma la risposta è ovvia. Si fa, si fa serenamente, si vivono tante vite in tanti luoghi, non ci sono limiti ai contatti, la tecnologia in fondo a questo serve davvero e se sei felice con te stesso non ci solo limiti di spazio nè fisico nè emotivo.

Salalamar.com per seguire Leo ed Eva e per trascorrere vacanze in posti da sogno: tra un paio di mesi alle San Blas

E allora via all’esplorazione di Las Palmas, a colpo d’occhio una vera e propria metropoli dove per noi l’attrazione principale è la Minitransat 6.50, regata transocenica in solitaria su una barca di 6.50 metri, dove, tra gli oltre 80 partecipanti, ci sono un bel pò di italiani in cima, da tifare, da salutare e da seguire…a presto

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